La trilogia del limite di Suzy Lee

Mi sono imbattuta nei libri di Suzy Lee durante un giro casuale in una libreria specializzata in arte visuale. La copertina de L’Onda faceva capolino con i suoi colori puliti, semplici, vezzosamente infantili tra libroni di architettura da tutto il mondo e manuali di fotografia.

Suzy Lee è un’importante illustratrice coreana, ideatrice della cosiddetta Trilogia del limite[1] un trittico di silent books in cui, insieme ai lettori e lettrici di tutte le età, esplora il concetto di limite inteso come confine.

Per chi non fosse avvezzo ai silent books, come suggerisce il termine stesso, sono libri privi di parole in cui la narrazione si affida esclusivamente alle illustrazioni liberandola così da qualunque barriera linguistica. Il punto di forza di Mirror (Edizioni Corraini, 2003), de L’Onda (Edizioni Corraini, 2008) e di Ombra (Edizioni Corraini, 2010) risiede proprio nel carattere universale delle storie illustrate. Tra tutte le tipologie di libri dedicati all’infanzia, questa è sicuramente la più trasversale da un punto di vista intergenerazionale; la storia si adatta all’età di chi legge, ogni lettura pertanto è una declinazione unica – mai in contrasto con le altre – dell’universalità narrativa creata.

Accanto alla forza narrativa, la trilogia di Suzy Lee gioca con l’apparente inconciliabilità tra il libro in quanto oggetto materico e le suggestioni immaginifiche che esso genera. Suzy Lee dà risalto all’importanza del libro in quanto elemento fisico, sottolineando che esso stesso è il primo e più pervasivo limite per qualunque illustratore/trice. Non sorprende dunque la scelta di annullare le convenzioni generalmente rispettate dai book artists; Suzy Lee decide di collocare i personaggi delle sue storie al centro delle due pagine attigue; non disdegna l’inserimento di pagine bianche; adotta qualunque tipo di soluzione per sfogliare il libro (Mirror si sviluppa in verticale; L’Onda in orizzontale mentre Ombra in verticale ma dall’alto verso il basso).

In altre parole Suzy Lee porta all’estremo i limiti del libro quale oggetto finito nello spazio e nel farlo decide di coinvolgere i lettori e le lettrici. Illustrazioni che si interrompono in corrispondenza della piega centrale o immagini volutamente asimmetriche non solo non sorprendono ma sono elementi chiave per risolvere la frattura tra materico e immaginifico.

Tutte le storie di Suzy Lee sono un’esplorazione di sé e dei confini che possiamo oltrepassare sia mentalmente che fisicamente.

MIRROR

La bambina protagonista scopre la propria immagine attraverso uno specchio, inizia dunque un gioco in cui corpo e riflesso si confondono fino a non poterli più distinguere.

All rights reserved by Il Giardino degli Specchi. Brano: Nessundove

L’ONDA

Di nuovo una bambina come protagonista, questa volta alle prese con il mare e la meraviglia che avvolge la sua scoperta. Nasce un dialogo silenzioso intessuto di giochi, scaramucce e piccole incomprensioni culminanti però con la nascita di una preziosa amicizia.

All rights reserved by Il Giardino degli Specchi. Brano: Oltremare

OMBRA

A chiusura della trilogia, una sintesi grafica dei due precedenti lavori. La dicotomia ombra-luce corrisponde alla creazione di due mondi separati solo dalla piega centrale delle due pagine. I due microcosmi si riflettono ma mai perfettamente, la loro separazione è temporanea. I confini sono convenzioni umane da annullare con la fantasia e in questo caso con forme e colori.

All rights reserved by Il Giardino degli Specchi. Brano: Sasha Grey


[1] Edizioni Corraini ha pubblicato nel 2012 un libro dal titolo omonimo in cui Suzy Lee spiega la genesi e il processo che hanno portato nei primi anni dieci del 2000 alla realizzazione delle sue opere. Si tratta di un vero e proprio dietro le quinte di Mirror, L’Onda e Ombra.

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