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I TRPP e l’indie in salsa distorta

“TRPP” è il titolo del primo album dei… TRPP, trio di Seoul che ha debuttato a luglio e già si ritrova con cinque canzoni nella colonna sonora di “Inspector Koo”, la nuova serie thriller in uscita l’11 dicembre su Netflix. Come inizio non è male.

Ma cosa si ascolta in questo “TRPP” dei TRPP? 39 minuti e 46 secondi di chitarre distorte che riportano indietro a sonorità British, shoegaze e garage, ma che non hanno proprio nulla di vecchio. I TRPP hanno infatti la capacità di dare a tutti i pezzi un tocco di freschezza che fa dimenticare queste influenze e che permette di godere della loro musica.

I 12 brani scivolano via uno dopo l’altro che è un piacere. Tra pezzi più energici e divertiti e altri più intimi e sognanti hai la continua sensazione di essere all’ascolto mentre te ne stai seduto per terra con una birra in mano durante una sera d’estate. Non importa che in realtà sia dicembre, tu sia tappato in casa e che, forse, l’unico elemento in comune sia la birra. Basta l’inizio del primo brano “Pause” perché il teletrasporto abbia inizio.

L’album è un puzzle con tutti i pezzi talmente al loro posto che è difficile trovare un brano che spicchi veramente sugli altri. E anche se può sembrare il contrario, in realtà questo è un pregio perché dà il senso dell’unitarietà di questo album che si muove su e giù come un’onda.

Le prime tre canzoni hanno un aspetto più danzereccio e allegro e tra queste quella che resta più in mente è “Yeah”, per quel yeah ripetuto così tante volte da essere quasi ipnotico e quel finale che arriva in maniera brusca, quando meno te lo aspetti.  

Con “a joke” le atmosfere cambiano, si fanno più intime e in “Honey” e “Inside” fa capolino anche la chitarra acustica che ammorbidisce i suoni e dà ai pezzi un effetto “dreamy” da ninna nanna ovviamente distorta.

In “3” i suoni più graffianti tornano protagonisti e prima di chiudere con “Go away” – una piacevole sintesi delle due anime dei TRPP – possiamo ancora una volta lasciarci cullare dalle melodie sognanti di “Home dance”.

In sintesi, in questo album d’esordio i TRPP ci dicono chi sono, qual è il loro mondo, e lo fanno anche presentandosi con una formazione del tutto particolare: tre chitarre, tre voci, basi elettroniche e soprattutto distorsori che regnano sovrani!

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