Se novembre è un mese di passaggio, un tempo donato per imparare a fronteggiare il buio invernale, allora dicembre incarna appieno il momento di agire e mettersi alla prova.
Esistono infiniti modi per ripararsi dalle intemperie del cielo e dell’animo ma io ne conosco solo uno in grado di garantire un buon risultato: leggere.
Questa volta il viaggio che vi proponiamo inizia con Han Kang, autrice coreana riconosciuta a livello internazionale, ma poi procede dando spazio a voci rappresentative di generi differenti: Yeon-Sik Hong e Bora Chung rispettivamente con una graphic novel e una raccolta di racconti inediti in Italia ma tradotti in inglese, Carla Vitantonio con il suo diario di viaggio con cui valicheremo i confini geografici della Corea del Sud e un bonus book che esula dal campo della letteratura ma che ben si inserisce nella volontà di abbracciare la cultura coreana da molteplici punti di vista.
“Convalescenza” di Han Kang, traduzione dall’inglese di Milena Zemira Ciccimarra, Adelphi Edizioni (2019)
“Convalescenza” è un libricino, una raccolta di solo due storie: “Convalescenza” (che dà il titolo al volume) e “Il frutto della mia donna”. Racconti brevissimi ma pregni di emozioni intense.
La vicenda di “Convalescenza” si svolge a ridosso del Natale, cosa che mi ha fatto riflettere su quanti diversi tipi di natale ognuno di noi, suo malgrado, andrà incontro. Vi sono natali gioiosi, di condivisione con chi si ama, ma vi sono anche natali terribili, natali dolorosi, natali di convalescenza… Parlare di convalescenza fa immediatamente pensare al periodo di recupero del nostro corpo da una malattia o un infortunio, ma esiste anche la convalescenza dell’anima. La protagonista di questo racconto ha da poco dovuto affrontare la perdita della sorella, con la quale condivideva un rapporto difficile, fatto di non detti che mai più potranno essere recuperati. Il dolore dello spirito si sublima nel dolore fisico, legato ad un piccolo incidente. E nella sfrenata corsa finale in bicicletta è sempre il corpo ad invocare consolazione per le lacrime del cuore.
“Il frutto della mia donna” è l’embrione dal quale poi nascerà “La vegetariana”, uno dei capolavori di Han Kang di cui abbiamo parlato in Han Kang: il corpo e la memoria della violenza ed in una recensione dedicata a questo romanzo. La protagonista di “Il frutto della mia donna” è un’anima in pena. Qualcosa che non riesce a definire la logora e la spinge ad un impellente desiderio di fuga: per poter vivere deve strappare le sue radici e mettere ali; ciò che desidera è liberarsi dalle sue catene e viaggiare in giro per il mondo. Tuttavia, si lascia travolgere dalla vita, dalle convenzioni, da quello che la società si aspetta da lei. Incontra un uomo che afferma di essere sempre stato solo e a questo si lega, mette radici, ma pian piano di lei non rimarrà che un frutto dal gusto amaro.
“Umma’s table” di Yeon-Sik Hong, traduzione di Janet Hong, Drawn&Quarterly (2020)
Il cibo può essere un filo che ci lega ai nostri affetti e può diventare uno strumento che riporta alla mente sensazioni e memorie che pensavamo di aver perso da lungo tempo.
Sul filo della memoria si svolge, perennemente in bilico tra presente e passato, la trama di Umma’s table di Yeon-Sik Hong.
Un giovane fumettista lascia Seul e si trasferisce in campagna con la sua nuova famiglia per vivere una vita più tranquilla e a contatto con la natura. A Seul rimangono però gli anziani genitori, in precarie condizioni di salute ed economiche.
La trama ruota intorno alle due identità in contrasto del protagonista: marito e padre, e figlio che deve prendersi cura degli anziani genitori. Due mondi, idilliaco e pacifico quello in campagna con moglie e figlio, e quello pieno di responsabilità verso i genitori che invecchiano in città, che il protagonista non riesce a far coesistere e che definisce come due pianeti in rotta di collisione.
Proprio grazie al cibo, troverà un modo per far avvicinare i due mondi, attraverso i ricordi delle ricette che la sua amorevole madre preparava per lui da piccolo. In particolare la preparazione del kimchi, uno dei suoi ricordi più vivi indissolubilmente legato alla sua infanzia e a sua madre. Una tradizione che deciderà di portare avanti con la sua nuova famiglia.
Un racconto nostalgico e con momenti strazianti, come la vita, ma dove i momenti di gioia sono associati al cibo, alla sua preparazione e condivisione.
Cursed Bunny di Bora Chung, traduzione di Anton Hur, Honford Star 2021
Se state cercando un libro che vi accompagni nelle lunghe e buie sere invernali, questa raccolta di racconti della scrittrice Bora Chung è il libro che fa per voi. A cavallo tra l’horror e la fantascienza questi racconti hanno tutti in comune la capacità di trasportarvi completamente nell’universo del narratore e di lasciarvi addosso quella sensazione di profonda inquietudine che solo un episodio di “Black Mirror” sa dare. Chung usa abilmente elementi narrativi familiari rovesciandone completamente la prospettiva per esplorare temi profondi come la pressione sociale sulle donne, la paura del diverso e l’avidità dell’animo umano. I racconti più affascinanti però, sono quelli che affondano le proprie radici nella ricchissima tradizione del folclore delle leggende urbane: le cosiddette storie di fantasmi, per cui la scrittrice stessa ha dichiarato di avere un interesse particolare. Insomma siete pronti a rannicchiarvi davanti al fuoco e a lasciarvi un po’ spaventare? Buona lettura!
“Cursed Bunny” è stato tradotto dal coreano da Anton Hur ed è pubblicato in inglese dalla casa editrice Honford Star.
Pyongyang Blues di Carla Vitantonio, Add editore, 2019
Carla Vitantonio, alle spalle una carriera mai veramente decollata da attrice nei teatri off, racconta i quattro anni trascorsi in Corea del Nord (2012-2016) dapprima come docente di italiano e poi come membro di una ONG, attraverso un diario di viaggio intimo, profondo e mai noioso. La politica è costantemente presente – d’altronde come potrebbe essere altrimenti? – ma non viene né urlata né strumentalizzata bensì viene trattata con ironica discrezione.
A rendere questo diario così interessante non è l’unicità del luogo in cui è ambientato ma l’incredibile capacità dell’autrice di saper raccontare l’ordinario e se stessa con onestà. Fin dalle prime pagine si rimane travolti in un flusso incontenibile di informazioni e riflessioni e in men che non si dica l’identificazione con la vita di Carla, dominata da quel malessere latente causato dallo scollamento tra realtà e aspettative, è completa.
Bonus Book: La cucina coreana illustrata di Luna Kyung & Ahn Ji, Slow Food 2021
Dicembre può essere un mese per mettersi alla prova anche in cucina, per educare il palato a nuovi sapori, ma ancor prima per educare noi stessi a rispettare (i nostri) tempi e stagioni. Approfittiamo quindi di queste suggestioni gastronomiche per avvicinarci alla Corea e condividere la passione verso di essa tramite il cibo. Abbiamo scelto questo libro tra i molti pubblicati perché non si tratta di una semplice raccolta di ricette ma di una vera e propria guida che, attraverso storie, aneddoti, suggerimenti, spiegazioni di strumenti e di tecniche, riesce a raccontare la complessità dell’hansik rendendolo accessibile a tutti, anche e soprattutto a chi non è (ancora) esperto.